domenica 1 agosto 2010

Desidera ?


(Come impiegare il tempo al mare, grattandosi lo scroto e guardando al di là)


"Storia di una capinera", Giovanni Verga, resta appoggiato sull'asciugamano, non aperto. La prima cosa che si nota sono un paio di sopracciglia scure, diritte e quasi continue. Un confine netto tra fronte e resto del viso, che ha qualcosa di pesante, di maschile. Mentre giù, nelle cosce grosse, un accento femminile. Quelle sopracciglia non si aggrottano, sentenziano, sono dure. Costume marrone due pezzi. Parla poco, mentre l'amica che l'accompagna è inarrestabile. Lei risponde pacata, lentamente. Ha un paio di occhiali da sole con lente grigio verde, montatura piccola, capelli raccolti, qualche mèches. Piccola di statura. Si accorge di essere guardata da un uomo, steso su un lettino poco discosto, che legge un libro. Si atteggia, ricambia. Dice sì. Compra un gelato per sè e per l'amica. Mette un pareo sulle cosce grosse per andare al bar. Quella mattina al mare, è un oggetto del desiderio, lo sa. C'è una donna che accompagna l'uomo che legge steso sul lettino, ma non importa. La partita del desiderio. E' uno spettacolo, senza morale. Sì. Negli sguardi che vanno da un uomo che legge verso una donna dalle sopracciglia diritte quasi unite, accanto. Una faccenda privata, né male nè bene. "Buongiorno!" dice l'uomo mentre se ne va via, rivolgendosi alla donna dalle sopracciglia unite e all'amica inarrestabile.