mercoledì 16 febbraio 2011

Il glucosio di Biancaneve





flash back
La donna dal costume intero si alza. Il sole è alto a mezzogiorno, una leggera brezza increspa onde brevi. Aria calda grava sul cemento dello stabilimento balneare, ombra sotto i pini marittimi che si protendono bassi e obliqui sopra i bungalow. Guarda davanti a sé il mare, poi a destra. Sul bordo vicino all'acqua un uomo legge steso su una brandina con lo schienale rialzato, un grande asciugamano color fucsia pende ai lati. L'uomo solleva leggermente la testa dal libro aperto che regge con una mano, i loro sguardi si incrociano.
L'attenzione è cominciata da quando sono arrivati la donna in bikini marrone e l'uomo con la brandina. Hanno scelto un posto vicino al bordo vicino all'acqua, lei su una pedana di legno, lui allineato dietro ha aperto il lettino e steso l'asciugamano. Con una rapida occhiata ha individuato qualche metro più in là la figura slanciata di una donna dal costume intero non abbronzata, sola.
Al mare si fa così, ci si guarda attorno, tra vicini di posto, soprattutto quando fa caldo. L'uomo sulla brandina guarda il corpo con il costume intero qualche metro più in là, mentre la donna che lo accompagna si spalma la crema e si stende a prendere il sole.
La donna con la pelle bianca e il costume intero attillato, resta in piedi esitante sotto lo sguardo dell'uomo che segue le sue mosse. Decide. Prende la borsa da mare e raggiunge la zona ombreggiata sotto i rami dei pini marittimi, sistema le sue cose sopra una pedana libera, si muove lentamente, sente il corpo amplificato dallo sguardo estraneo, che la esplora, lusinga la sua femminilità, la avvolge con insistenza. Non è più un muoversi naturale, ma un tendersi, e piegarsi a qualcosa che rende diverso il passo di un piede, l'abbassarsi di un braccio, il socchiudersi della bocca. Il suo corpo risponde, come guidato dalla presenza maschile che vuole. Lo spazio che divide lei dall'uomo sulla brandina non è più una vera distanza, ma una materia tattile, che copre il vuoto dello spazio e arriva fino a lei, toccandola.
L'uomo sulla brandina si passa una mano sulla braghetta da mare, grattandosi. Un rapido tocco conferma il discorso appena iniziato dallo sguardo, che batte come un'eco sulla pelle bianca.
E' la presenza della donna in bikini marrone ad alzare il gioco tra la donna dal costume intero e l'uomo sulla brandina. Un qualcosa disonesto, un gesto che ruba furtivo.
La donna dalla pelle bianca distesa sull'asciugamano arancio allunga le gambe mollemente, appoggiandoi ai gomiti. Sente più densa la pelle del seno, i capezzoli che si rilevano, le gambe leggermente discoste, il corpo ha già deciso, si protende. Il sole stanca.
La donna che accompagna l'uomo ha il bikini marrone, bassa di statura, abbronzata, cosce grosse, meches bionde, capelli tenuti raccolti da una pinza alla nuca, occhiali da sole grigioverdi, e lunghe sopracciglia nere che quasi si uniscono al centro, si alza, inarca la schiena, si china e dà un bacio leggero sulla guancia dell'uomo, gli chiede qualcosa, si volta dove l'ombra degli alberi copre una larga striscia. Raccoglie borsa e asciugamano e si sposta nella zona ombreggiata. Anche l'uomo si alza e aiuta la compagna a spostare le cose, poi se ne torna sulla brandina al sole, riprende il libro, si guarda attorno, inglobando nello sguardo la donna in costume intero dalla pelle bianca.
La donna dal costume intero ha osservato le manovre dell'uomo e della donna in bikini. Ha indugiato sul corpo di lui, muscoloso, la braghetta nera aderente, il rigonfiamento in mezzo, il contorno un po' appesantito alla vita, capelli corti d'un rossiccio un po' grigio, occhiali da sole, abbronzato. La donna che l'accompagna in bikini marrone scende dalla scaletta in mare, si volta e invita l'uomo, lui dice no.
Dopo un po' torna dopo un po' fuori dall'acqua . Si asciuga, prende un altro costume dalla borsa da mare, e dice due parole all'uomo, si avvia agli spogliatoi per cambiarsi.
Passa un minuto e l'uomo si alza, solleva la brandina e la sistema all'ombra, vicino al èposto della sua compagna, a un metro la pedana dove sta la donna dalla pelle bianca. Le sorride e abbassa tutto lo schienale, si stende a pancia in giù. Adesso sono molto vicini. Lui prende il libro e legge, la guarda di sbieco.
La donna dal costume intero sente improvvisamente un timore e una piccola ansia per quello spazio che si è accartocciato e la costringe a richiudersi in qualche punto dove si era troppo aperta prima, quando la distanza esisteva ancora fra lei e l'uomo della brandina.
Lui riprende a leggere, e dal libro estrae un biglietto, allunga rapido la mano verso l'asciugamano della donna, senza dire nulla.
Un attimo dopo la compagna dell'uomo è di ritorno, si siede e prende dalla borsetta frigo dei panini. L'uomo si mette seduto accanto a lei sull'asciugamano. Mangiano e parlano, il prosciutto è molto buono dice la donna in bikini. L'uomo non si volta più dalla parte dove sta la donna dalla pelle bianca.
Un precipitare di realtà dopo il gioco della distanza. La donna dalla pelle bianca prende il biglietto da sotto l'asciugamano, legge “ti aspetto in fondo ultimo bungalow”. Ripone il biglietto nella borsa, si distende. Aspetta e ascolta il cuore accelerato, l'aria calda attorno al suo corpo come stanco prima di una salita. Non sente alcuna resistenza a quella forza che la trascina da una parte, la spinge. Il corpo segue, ma un'altra parte, un contorno indistinto che si allenta e si piega, la porta a obbedire a quell'invito come fosse un ordine. .
La coppia ha finito di mangiare i panini. L'uomo dice qualche cosa alla compagna in bikini, si alza e si incammina dalla parte dove lo stabilimento continua in fondo. La donna dalle sopracciglia quasi unite al centro chiude la borsa frigo, e si mette distesa girandosi leggermente sul fianco verso gli alberi, dove l'ombra è più densa..
La pelle bianca non può aspettare, deve andare. Si alza e ripone l'asciugamano nellla borsa, guarda la donna dal bikini marrone che sembra addormentata. Le fa sentire il respiro sottile e affilato il trovarsi nell'agire nascosto, con l'altra a cui sottrarre il maschio, rubare. E' quella donna con le sopracciglia lunghe quasi unite al centro, che rende il suo alzarsi e andare come un fragore. Guardandola si chiede se sia un finto sonno il suo, se in realtà si sia accorta di tutto, e anzi li abbia guidati tenendo i fili del gioco come si fa con le marionette e i pupi.
Si lascia alle spalle quel pensiero e la pedana ombreggiata, sentendo di abbandonare al medesimo tempo il luogo puro e bianco dove ha creduto di starsene in disparte, a guardare il desiderio scorrere lontano, dov'è rimasta a lungo ferma, a nutrire fantasie con gli scarti di una realtà mediocre. Un glucosio di Biancaneve che ha steso un gusto dolciastro e asciutto al suo stare con il corpo teso e rinchiuso al mondo. Il caldo e la troppa luce, lo spostarsi repentino dal sole all'ombra, premono come un peso sopra il suo bianco puro e dolce, lo sfaldano.
Arrivata alla rampa di scale che porta agli spogliatoi e all'uscita, continua diritto. Il respiro è rapido, il corpo si muove come stordito, il petto è contratto. La donna dal costume intero arriva agli ultimi bungalow dello stabilimento. Laggiù in fondo l'ultimo. Si avvicina alla porta, appoggia la borsa, abbassa la maniglia ed entra. Semibuio e caldo dentro, si gira e lo vede. Lui afferra stringendola a sé, le sue mani toccano i seni e scendono giù al sesso. Un bacio profondo come se volesse berla, la spinge contro la parete di legno e preme con tutto il corpo su quello di lei. La donna dalla pelle bianca ha il respiro corto, e non riesce a fermarlo quando le abbassa il costume intero fino ai fianchi, si inginocchia davanti a lei e lentamente glielo sfila dai piedi. Lei ha un grido nella gola. “No” le sussurra l'uomo nell'orecchio.

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